KARDAMYLI

Vedete quelle casette illuminate dal sole? Tutte in pietra e molto belle?

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Si trovano in uno dei miei luoghi preferiti: Kardamyli, un graziosissimo paesino all’inizio della penisola del Mani.

“Hm…“, direte voi. “E dov’è il Mani?”.

“Il Mani?”. Il Mani è nel Sud del Peloponneso, sotto le città di Kalamata e Sparta, tanto per intenderci.

 

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Ecco il nostro tragitto. Breve, ma con tante curve e sali-scendi.

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Personalmente, la semplicità di quei caseggiati m’ispira un’eleganza raffinata che difficilmente trovo nelle città greche, spesso moderne e un po’ brutali. A Kardamyli ci sono stata quest’anno ben tre volte, e in una di queste ho potuto visitare bene la parte vecchia, osservandone tutti i dettagli…

Ma andiamo con calma. Quest’anno, a giugno 2016…

 

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Una di quelle fotografie scattate in movimento… Bruttine, ma se devo fotografare, io fotografo!!

 

A giugno 2016, dicevo, io e alcuni amici siamo partiti da Kalamata in direzione Sud, per un viaggio di circa una quarantina di chilometri. Stalvolta non guido, sono in pullman, e ho così modo di godermi pienamente il viaggio. Inutile dire che la costa del Mani è magica, con luoghi selvaggi, ricchi di vegetazione, e paesaggi continuamente differenti e contrastanti, umidi di profumi – per così dire – ma allo stesso tempo secchi e aridi come il colore di quelle case.

 

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Sul tragitto verso il castro ci lanciamo in dotte disquisizioni sui vari tipi di pietre…

 

Anche questo bellissimo centro di Kardamyli si perde al solito nella storia e nel mito. Hm…

Non ci credete, vero?

È un nome che non avete mai sentito…

E invece Omero lo conosceva molto bene! Era infatti tra le città che Agamennone era pronto a dare in dote a quella tra le sue figlie che avrebbe sposato Achille. Il gran re degli Achei doveva farsi perdonare qualche peccatuccio (aveva sottratto all’eroe la sua personale schiava, Briseide) e così, tra gli altri doni, era pronto a dare ad Achille anche la bella Kardamyli.

 

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La chiesetta di Agios Spyridon, che alla luce di mezzogiorno brilla d’intensi colori caldi.

 

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Lasciato il porticciolo, arriviamo camminando alla città alta, dove svetta un complesso architettonico medievale, la nostra destinazione principale.

 

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L’entrata del castro. Laggiù in fondo, sulla collina, l’antica acropoli.

 

Inutile dire come e con quali sensazioni, entrando nel castro, ci si senta subito immersi in un’altra epoca. Il complesso, a quanto ci dicono, è stato abitato fino agli anni ’70 da due anziane signore, e dopo la loro morte è passato nelle mani dello Stato. Si respira il profumo di olive nel piccolo frantoio, la cisterna per la raccolta dell’acqua piovana è impressionante per la sua profondità, ma tutto il luogo è comunque speciale! Fa pensare a quando la vita era  pericolosa, e la più banale attività quotidiana implicava fatiche che oggi nemmeno immaginiamo.

 

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Non importa quanti anni hai…! Se sei femmina e ti ritrovi un castello, ti sentirai sempre e comunque principessa.

 

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Piccoli meravigliosi scorci di semplicità.

 

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“Ehi, laggiù c’è l’acropoli! Andiamo?”. “Si può fare, ma è giugno, e qui nel Mani non sarebbe affatto strano incontrare qualche vipera”. “Ahi! Vipera?? No no no!!”.

 

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Uno scorcio di panorama dal castro.

 

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“Bene ragazzi, lasciatemi qui”

 

Anche se siamo solo ai primi di giugno, fa già molto caldo, ed io sogno di potermi tuffare in mare. Purtroppo i tempi sono serrati, e dovremo andarcene senza mettere nemmeno un piede in acqua. Peccato, ma ci aspetta il grazioso paesino di Kastanias, sempre qui nel Mani.

 

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C’è troppa luce per una fotografia. Ma la mia amica Evi è attratta da una bellissima ghirlanda “di maggio”.

 

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Alla prossima!

 

 

 

 

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